Provenienza: collezione privata, Milano.
Opera appartenente alle serie A (prima serie).
Opera pubblicata su 'Stefanoni. Il catalogo ragionato delle opere' - Allemandi Editore
(che raccoglie le sua produzione artistica dal 1965 al 2016).
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Tino Stefanoni (Lecco, 1937 - 2017) Ha studiato al Liceo artistico Beato Angelico e alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Da più di cinquant’anni è presente nel mondo internazionale dell’arte. Il lavoro di Tino Stefanoni, pur non appartenendo in senso stretto a quello dell’arte concettuale, di fatto si è sempre sviluppato nella stessa area di ricerca. Ha sempre guardato al mondo delle cose e degli oggetti del quotidiano, proponendoli nella loro più disarmante ovvietà, come tavole di un abbecedario visivo o pagine di un libretto d’istruzioni dove le immagini sostituiscono le parole. E’ evidente, nella ricerca, l’interesse a voler presentare le cose più che a volerle rappresentare e, al tempo stesso, a rivestirle di sottile ironia e magia tratte da un’operazione asettica come in un sogno lucido, per intenderci, che può far convivere elementarità e mistero, due elementi che per loro natura non sono affatto prossimi ma vicini per contrappunto.
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